Vianese, intervista a Luca Coli
31-03-2022 11:08 - Prima squadra
Dopo 11 stagioni al Brescello, dove nel novembre del 2019 aveva tagliato il traguardo delle 300 presenze, Luca Coli, nell’estate del 2020, ha deciso di sposare il progetto Vianese. Il forte difensore centrale, classe 1991, è infatti oggi un punto di forza della retroguardia rossoblù, un reparto purtroppo falcidiato dagli infortuni, che sta cercando di andare avanti come può, nella speranza di trovare finalmente il proprio equilibrio e la propria stabilità.
Cosa ti ha portato alla Vianese dopo 11 anni al Brescello?
“Brescello mi è rimasto nel cuore, ma non ho condiviso le scelte societarie e ho deciso di cambiare aria. Poi, il mio desiderio di rimettermi in gioco mi ha portato a Viano. Inoltre, ho apprezzato il progetto di crescita della società rossoblù, partendo dal voler disputare una buona stagione in questo primo anno di Promozione, per poi cercare di vincere il campionato in futuro. A farmi optare per la Vianese ci sono stati altri due fattori per me decisivi: il fatto di essermi avvicinato al lavoro, non dovendo quindi fare così tanti chilometri per andare a giocare e la presenza di alcuni miei compagni di squadra, coi quali avevo già giocato in passato, coi quali ho sempre avuto un buon rapporto e che ho ritrovato a Viano volentieri”.
La coppia titolare, sia nella testa di Cifarelli che forse in quella di Vinceti dovrebbe essere formata da te e da Bartoli, ma ci sono stati mille problemi. Come si è adattata la difesa a così tante difficoltà?
“Non so quale dovesse essere la coppia titolare, ma una cosa è certa: abbiamo avuto tanti problemi. Gli infortuni sono stati moltissimi, ma anche le altre squadre ne hanno avuti; inoltre, non so se francamente ci siamo adattati alla situazione; incassiamo ancora troppi gol, ciò significa che la chimica di squadra va migliorata per arrivare a un equilibrio difensivo più efficace”.
Come credi sia il livello vero della Vianese di oggi? Mi spiego meglio: quando hai accettato di venire qui, ti aspettavi qualcosa di diverso?
“Dal mio punto di vista siamo una buona squadra, ma dobbiamo diventare un gruppo vero, sia dal punto di vista della squadra stessa, ma anche dal punto di vista societario. Insomma, senza nulla togliere a nessuno, dobbiamo crescere ancora tutti insieme, col preciso obiettivo di arrivare alla salvezza quest’anno, senza patemi, per poi sistemare le cose che non vanno e trasformarci in un gruppo e in una società all’altezza della situazione e delle aspettative, che possa essere in grado di affermarsi nel campionato di Promozione”.
Quest'anno avete gettato al vento tanti punti per strada, a volte negli ultimi istanti di gioco. Tu hai parlato di chimica. Di fatto, qualcosa manca. Cosa serve alla Vianese per diventare più squadra?
“La domanda è difficile e non ho una soluzione, altrimenti l’avrei già proposta all’interno dello spogliatoio. Paghiamo senz’altro l’inizio della stagione, ma anche l’inesperienza durante la gara visto che siamo una squadra piuttosto giovane. Inoltre, a mio avviso, ci aiuterebbe l’inserimento di qualche giocatore esperto in più. Restano comunque ancora tanti interrogativi e tante piccole cose a quelle più grandi che vanno risolti per far si che si diventi davvero una squadra compatta e competitiva a livelli più alti. Non è semplice e a mio avviso si tratta di un processo per il quale servirà più di una stagione. Abbiamo in rosa tanti giocatori bravi, ma assieme facciamo fatica a suonare in perfetta armonia e per arrivare a quel livello abbiamo ancora bisogno di tempo e magari di qualche correttivo”.
Parliamo un attimo di te: qual è l'attaccante che ti dà più fastidio marcare, a livello di caratteristiche. Ad esempio, per fare tre nomi, preferisci marcare Barozzi, Attolini o Zampino?
“Sono tre attaccanti tutti molto forti, che hanno caratteristiche diverse. Li ho affrontati tutti e tre da avversari e sarebbe senz’altro meglio averli tutti e tre nella stessa squadra che contro. Inoltre, ho avuto il piacere di giocare con due di loro e a mio avviso Attolini è l’attaccante che mi dà più da fare. Ho giocato con lui un anno a Brescello e francamente è abbastanza scomodo doverlo marcare”.
Se la Vianese dovesse salvarsi, senza passare sotto le forche caudine dei play off, sarebbe un risultato positivo o deludente?
“Per l'amor del cielo, non parliamo di probabilità di salvezza anticipata o meno. Non penso assolutamente che sia così scontato raggiungere la salvezza. Abbiamo avuto tantissimi problemi ed è senz’altro nelle nostre corde il portare a termine l’obiettivo di salvarci senza passare dai play out. Il non raggiungere i play off, invece, a mio avviso, per tutto quello che abbiamo passato, sarebbe comunque un risultato positivo; anzi, il non arrivare agli spareggi promozione, ma l’evitare i play out sarebbe davvero ottimo. Noi non dobbiamo guardare la classifica in questo senso, ma ragionare partita per partita e volare bassi, perché sicuramente le pretese di inizio stagione non erano assolutamente alla nostra portata e alla nostra altezza; prima di ragionare in quel senso, come ho detto prima, dobbiamo crescere come gruppo e come società, ma per ora abbiamo il preciso obbligo di puntare ad un solo obiettivo: conquistare la permanenza in Promozione il prima possibile”.
Fonte: Lorenzo Chierici - Ufficio Stampa
Cosa ti ha portato alla Vianese dopo 11 anni al Brescello?
“Brescello mi è rimasto nel cuore, ma non ho condiviso le scelte societarie e ho deciso di cambiare aria. Poi, il mio desiderio di rimettermi in gioco mi ha portato a Viano. Inoltre, ho apprezzato il progetto di crescita della società rossoblù, partendo dal voler disputare una buona stagione in questo primo anno di Promozione, per poi cercare di vincere il campionato in futuro. A farmi optare per la Vianese ci sono stati altri due fattori per me decisivi: il fatto di essermi avvicinato al lavoro, non dovendo quindi fare così tanti chilometri per andare a giocare e la presenza di alcuni miei compagni di squadra, coi quali avevo già giocato in passato, coi quali ho sempre avuto un buon rapporto e che ho ritrovato a Viano volentieri”.
La coppia titolare, sia nella testa di Cifarelli che forse in quella di Vinceti dovrebbe essere formata da te e da Bartoli, ma ci sono stati mille problemi. Come si è adattata la difesa a così tante difficoltà?
“Non so quale dovesse essere la coppia titolare, ma una cosa è certa: abbiamo avuto tanti problemi. Gli infortuni sono stati moltissimi, ma anche le altre squadre ne hanno avuti; inoltre, non so se francamente ci siamo adattati alla situazione; incassiamo ancora troppi gol, ciò significa che la chimica di squadra va migliorata per arrivare a un equilibrio difensivo più efficace”.
Come credi sia il livello vero della Vianese di oggi? Mi spiego meglio: quando hai accettato di venire qui, ti aspettavi qualcosa di diverso?
“Dal mio punto di vista siamo una buona squadra, ma dobbiamo diventare un gruppo vero, sia dal punto di vista della squadra stessa, ma anche dal punto di vista societario. Insomma, senza nulla togliere a nessuno, dobbiamo crescere ancora tutti insieme, col preciso obiettivo di arrivare alla salvezza quest’anno, senza patemi, per poi sistemare le cose che non vanno e trasformarci in un gruppo e in una società all’altezza della situazione e delle aspettative, che possa essere in grado di affermarsi nel campionato di Promozione”.
Quest'anno avete gettato al vento tanti punti per strada, a volte negli ultimi istanti di gioco. Tu hai parlato di chimica. Di fatto, qualcosa manca. Cosa serve alla Vianese per diventare più squadra?
“La domanda è difficile e non ho una soluzione, altrimenti l’avrei già proposta all’interno dello spogliatoio. Paghiamo senz’altro l’inizio della stagione, ma anche l’inesperienza durante la gara visto che siamo una squadra piuttosto giovane. Inoltre, a mio avviso, ci aiuterebbe l’inserimento di qualche giocatore esperto in più. Restano comunque ancora tanti interrogativi e tante piccole cose a quelle più grandi che vanno risolti per far si che si diventi davvero una squadra compatta e competitiva a livelli più alti. Non è semplice e a mio avviso si tratta di un processo per il quale servirà più di una stagione. Abbiamo in rosa tanti giocatori bravi, ma assieme facciamo fatica a suonare in perfetta armonia e per arrivare a quel livello abbiamo ancora bisogno di tempo e magari di qualche correttivo”.
Parliamo un attimo di te: qual è l'attaccante che ti dà più fastidio marcare, a livello di caratteristiche. Ad esempio, per fare tre nomi, preferisci marcare Barozzi, Attolini o Zampino?
“Sono tre attaccanti tutti molto forti, che hanno caratteristiche diverse. Li ho affrontati tutti e tre da avversari e sarebbe senz’altro meglio averli tutti e tre nella stessa squadra che contro. Inoltre, ho avuto il piacere di giocare con due di loro e a mio avviso Attolini è l’attaccante che mi dà più da fare. Ho giocato con lui un anno a Brescello e francamente è abbastanza scomodo doverlo marcare”.
Se la Vianese dovesse salvarsi, senza passare sotto le forche caudine dei play off, sarebbe un risultato positivo o deludente?
“Per l'amor del cielo, non parliamo di probabilità di salvezza anticipata o meno. Non penso assolutamente che sia così scontato raggiungere la salvezza. Abbiamo avuto tantissimi problemi ed è senz’altro nelle nostre corde il portare a termine l’obiettivo di salvarci senza passare dai play out. Il non raggiungere i play off, invece, a mio avviso, per tutto quello che abbiamo passato, sarebbe comunque un risultato positivo; anzi, il non arrivare agli spareggi promozione, ma l’evitare i play out sarebbe davvero ottimo. Noi non dobbiamo guardare la classifica in questo senso, ma ragionare partita per partita e volare bassi, perché sicuramente le pretese di inizio stagione non erano assolutamente alla nostra portata e alla nostra altezza; prima di ragionare in quel senso, come ho detto prima, dobbiamo crescere come gruppo e come società, ma per ora abbiamo il preciso obbligo di puntare ad un solo obiettivo: conquistare la permanenza in Promozione il prima possibile”.
Fonte: Lorenzo Chierici - Ufficio Stampa